La semantica,
ovvero il significato delle parole, è la vera sfida di un motore di ricerca.
Il WEB è usato da
persone, che danno un significato ben preciso alle parole che usano.
Tre sono i motivi
principali per cui gli utenti utilizzano il WEB:
- Scopo informativo: Si cercano informazioni su internet su un determinato argomento consultando blogs, pagine web, documenti. Lo scopo è quindi quello di accrescere le proprie conoscenze su qualcosa di specifico e quindi si consulteranno numerose fonti aprendo più siti internet.
- Scopo transazionale: Si desidera compiere un’azione come potrebbe essere acquistare un oggetto, scaricare un’applicazione o semplicemente inscriversi ad una newsletter o acquisire un file. L’obiettivo finale è compiere quest’azione, quindi l’utente navigherà fino a quando non ci sarà riuscito.
- Scopo navigazionale: Si cerca uno specifico prodotto, una specifica azienda o uno specifico personaggio. L’obiettivo dell’utente è, quindi, trovare il sito internet ufficiale o assolutamente riconosciuto ed accreditato su un determinato target che si ha bene in mente. Le altre pagine WEB contano relativamente poco.
Queste esigenze
gli utenti le espletano tramite query sui motori di ricerca, digitando poche
parole che hanno però un significato sempre più specifico.
Il WEB sta
diventando sempre più semantico e anche i motori di ricerca devono adeguarsi a
questo cambiamento, diventando sempre
più bravi a comprendere il vero scopo delle parole chiave inserite dall’utente.
Google, come
abbiamo già detto in alcuni dei post precedenti, si sta impegnando molto in
questo senso.
Come spesso
accade, però, non potendo lasciare ad un algoritmo la sensibilità di capire
perfettamente una corrispondenza tra l’intenzione dell’utente e i contenuti di
una pagina web, Google chiede aiuto
ai WEBMASTER, affinché diano indicazioni più specifiche sulla struttura delle informazioni
presenti in un sito internet.
Qui entrano in
gioco concetti come microdati, schema.org e rich snippet.
Andiamo con
ordine:
Queste le definizioni dei concetti appena elencati:
MICRODATI:
Categorie di dati, stabilite con il linguaggio HTML5 con cui vengono assegnate
etichette specifiche alle informazioni presenti sui nostri siti internet,
leggibili dai principali spiders dei motori di ricerca.
SCHEMA.ORG:
Progetto sostenuto da GOOGLE, YAHOO e MICROSOFT, che definisce le corrette specifiche
per implementare i microdati nel codice
HTML del proprio sito internet.
RICH SNIPPET: Informazioni presenti subito dopo la description di
alcuni risultati elencati nella SERP (search engine results page).
Vediamo che ruolo
hanno lato SEO questi elementi.
MICRODATI:
permettono ai motori di ricerca di capire che nel nostro sito ci sono
informazioni specifiche, che possono essere date, nomi, luoghi, ricette, eventi
etc. Risulta chiaro che se un utente
cerca qualcosa inerente alle informazioni presenti nel nostro sito, Google le
individuerà più facilmente!
SCHEMA.ORG: Dà
indicazioni chiare per avere una corretta implementazione del codice per i
microdati nel nostro sito internet, in modo da non incorrere in penalizzazioni
o sporcare il codice stesso. Google ci dà comunque una mano per questo passaggio
più tecnico tramite il TOOL ASSISTENZA MARKUP.
RICH
SNIPPET: se le informazioni sui
microdati sono state inserite correttamente quando ci sarà a visualizzazione del
nostro sito internet nella SERP usciranno delle informazioni aggiuntive con dei links, che dovrebbero aiutare l’utente
a individuare l’argomento trattato nelle nostre pagine web che gli interessa
maggiormente in modo più rapido. Questo secondo Google dovrebbe migliorare la
user experience e quindi rendere il nostro sito internet più USER FRIENDLY.
Google dichiara chiaramente in questa pagina che "il markup dei dati per i rich snippet non incide sul posizionamento della pagina nei risultati di ricerca". Ma dobbiamo sempre ricordare che Google punta ad un WEB sempre più semantico, quindi risulta evidente che il progetto SCHEMA.ORG prenderà sempre più piede.
Ottimo articolo
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