A quasi un anno dall’introduzione dell’aggiornamento dell’algoritmo di Google, ribattezzato GOOGLE PENGUIN, possiamo provare a tirare le somme e capire quale impatto sembra ci sia stato sui siti internet indicizzati in GOOGLE.
Per chi non lo sapesse ancora, Google Penguin, come ho accennato nel post ALGORITMO GOOGLE PANDA: COME HA INCISO SUI SITI INTERNET, è un aggiornamento dell’algoritmo di Google lanciato
il 26 aprile 2012 sul WEBMASTER CENTRAL BLOG, che punta all’individuazione e
penalizzazione dei siti internet che utilizzano tecniche BLACK HAT per il
posizionamento organico in GOOGLE.
Le tecniche BLACK HAT sono tutte tecniche fraudolente, lontane dalle linee
guida sulla qualità dei siti introdotte da GOOGLE nella seguente pagina.
In sostanza le principali tecniche black hat
sono:
- · Keyword stuffing (letteralmente imbottitura di parole chiave) in cui il webmaster sovraccarica le pagine internet con parole chiave, magari anche con del testo nascosto.
- · Testo e contenuto non originale, o addirittura generato automaticamente tramite strumenti specifici (RSS, frames etc.) che risultano assolutamente inutili per l’utente.
- · Link non naturali, cioè collegamenti in uscita o in entrata, tra il nostro sito e altri siti, creati o tramite pagamento (acquisto di link), o tramite strumenti automatici o tramite tecniche di scambio link. Queste ultime sono tollerate ed accettate se avvengono in maniera non esagerata e naturale (vedi post).
- · Cloaking e Sneaky redirect (letteralmente mascherarsi e reindirizzamento subdolo). Con queste due tecniche il webmaster riesce a presentare un contenuto differente del sito internet in base al fatto che lo consulti lo spider di un motore di ricerca o un utente reale.
- · Doorway pages (letteralmente pagine d’ingresso). Il webmaster le crea per indicizzarle al meglio per una specifica parola chiave, ma le utilizza solo per rimandare l’utente ad un altro sito (spesso assolutamente inutile per l’utente).
- · Comportamenti maligni, come scaricare virus, malware, tentativo di raccogliere dati sensibili degli utenti etc.
L’aggiornamento
Google Penguin, quindi mira ad individuare i siti internet posizionati con
tecniche BLACK HAT e a penalizzarli.
Che tipo di
risultati ha ottenuto questo aggiornamento, quindi?
Pare che l’impatto
sia stato ancora più modesto rispetto a GOOGLE PANDA. Siamo, infatti, intorno
al 3-5% dei siti indicizzati a livello globale.
Nell’Ottobre 2012, inoltre, è
stato introdotto un aggiornamento di Penguin, ribattezzato PENGUIN 3, che pare
abbia avuto un impatto di mezzo punto percentuale sul totale delle ricerche.
Apprezzo
molto lo sforzo di Google nel migliorare i risultati organici del proprio
motore di ricerca.
Con il tempo
i risultati cominciano finalmente a vedersi.
Lato SEO l’unica cosa che dobbiamo tenere in mente per
non essere impattati dagli aggiornamenti PANDA E PENGUIN è costruire contenuti di
qualità, freschi, originali, interessanti ed utili per il target che vogliamo
colpire. Domandiamoci sempre: quanto è utile da 1 a 10 la mia pagina internet per l'utente che digita una query con le parole chiave da me scelte? La risposta DEVE essere sempre 10!
Questo sarà un punto sempre più determinante su cui sconfiggere la nostra concorrenza e balzare al primo posto in GOOGLE.