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sabato 26 gennaio 2013

GOOGLE PENGUIN: QUALI SITI INTERNET PENALIZZA?

Google Penguin

A quasi un anno dall’introduzione dell’aggiornamento dell’algoritmo di Google, ribattezzato GOOGLE PENGUIN,  possiamo provare a tirare le somme e capire quale impatto sembra ci sia  stato sui siti internet indicizzati in GOOGLE.
Per chi non lo sapesse ancora,  Google Penguin, come ho accennato nel post ALGORITMO GOOGLE PANDA: COME HA INCISO SUI SITI INTERNET, è un aggiornamento dell’algoritmo di Google lanciato il 26 aprile 2012 sul WEBMASTER CENTRAL BLOG, che punta all’individuazione e penalizzazione dei siti internet che utilizzano tecniche BLACK HAT per il posizionamento organico in GOOGLE.
Le tecniche BLACK HAT sono tutte  tecniche fraudolente, lontane dalle linee guida sulla qualità dei siti introdotte da GOOGLE nella seguente pagina.
 In sostanza le principali tecniche black hat sono:

  • ·         Keyword stuffing (letteralmente imbottitura di parole chiave) in cui il webmaster sovraccarica le pagine internet con parole chiave, magari anche con del testo nascosto.

  • ·         Testo e contenuto non originale, o addirittura generato automaticamente tramite strumenti specifici (RSS, frames etc.) che risultano assolutamente inutili per l’utente.

  • ·         Link non naturali, cioè collegamenti in uscita o in entrata, tra il nostro sito e altri siti, creati o tramite pagamento (acquisto di link), o tramite strumenti automatici o  tramite tecniche di scambio link. Queste ultime sono tollerate ed accettate se avvengono in maniera non esagerata e naturale (vedi post).

  • ·         Cloaking e Sneaky redirect (letteralmente mascherarsi e reindirizzamento subdolo). Con queste due tecniche  il webmaster riesce a presentare un contenuto differente del sito internet  in base al fatto che lo consulti lo spider di un  motore di ricerca o un utente reale.

  • ·          Doorway pages (letteralmente pagine d’ingresso). Il webmaster le crea per indicizzarle al meglio per una specifica parola chiave, ma le utilizza solo per rimandare l’utente ad un altro sito (spesso assolutamente inutile per l’utente).   

  • ·         Comportamenti maligni, come scaricare virus, malware, tentativo di raccogliere dati sensibili degli utenti etc.


L’aggiornamento Google Penguin, quindi mira ad individuare i siti internet posizionati con tecniche BLACK HAT e a penalizzarli.
Che tipo di risultati ha ottenuto questo aggiornamento, quindi?
Pare che l’impatto sia stato ancora più modesto rispetto a GOOGLE PANDA. Siamo, infatti, intorno al 3-5% dei siti indicizzati a livello globale. 
Nell’Ottobre 2012, inoltre, è stato introdotto un aggiornamento di Penguin, ribattezzato PENGUIN 3, che pare abbia avuto un impatto di mezzo punto percentuale sul totale delle ricerche.
Apprezzo molto lo sforzo di Google nel migliorare i risultati organici del proprio motore di ricerca.
Con il tempo i risultati cominciano finalmente a vedersi.
Lato SEO l’unica cosa che dobbiamo tenere in mente per non essere impattati dagli aggiornamenti PANDA E PENGUIN è costruire contenuti di qualità, freschi, originali, interessanti ed utili per il target che vogliamo colpire. 
Domandiamoci sempre: quanto è utile da 1 a 10 la mia pagina internet per l'utente che digita una query con le parole chiave da me scelte? La risposta DEVE essere sempre 10!
Questo sarà un punto sempre più determinante su cui sconfiggere la nostra concorrenza e balzare al primo posto in GOOGLE.

8 commenti:

  1. La sensazione è che con l'intento di scovare quanto scritto sopra stia penalizzando anche siti "puliti", ma sicuramente sanno ciò che fanno ...

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    1. L'algoritmo di Google è sicuramente perfettibile. Non basta affidare tutto a numeri e formule. Ma questo Google lo sa bene. Per questo sta intensificando il contributo "umano" per la selezione dei siti internet. Aziende come Leapforce e Lionbridge selezionano in tutto il mondo figure di "Internet assessor" che aiutino Google a giudicare la corrispondenza tra le query degli utenti e siti internet papabili. A presto.

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  2. Un post molto ben fatto, complimenti!

    Personalmente, sogno il giorno in cui l'algoritmo ridimensionerà considerevolmente il valore dei domini a corrispondenza esatta. Soprattutto penalizzando chi si è praticamnete affidato solo a quell'unica tattica SEO per ottenere risultati.

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  3. Ciao Alessandro. Grazie per i complimenti. Chi si affida solo a quella tecnica SEO non ne fa' molta strada. L'ho provato sulla mia pelle, quando ero alle prime armi delle tecniche SEO, realizzando un sito che si chiama www.bb-salento.it. La sua indicizzazione, che poi non ho più curato, lasciava molto a desiderare. A presto.

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